Tra i numerosi lasciti di Paul Samuelson, insigne economista keynesiano del secolo scorso, Premio Nobel per l’economia nel 1970, vi sono alcuni salaci aforismi sugli investimenti e la borsa, e tra quelli che conosco, il seguente è quello che preferisco:

La Borsa è quel luogo nel quale gli stupidi vengono separati dal proprio denaro

Escludo che il Nostro abbia ottenuto il Nobel per questa frase, ma secondo me bastava questa per meritarlo!

Anticipando di molti anni le intuizioni della Finanza Comportamentale, Samuelson rivendica l’assenza, sui mercati, di quella esatta e fredda razionalità tipica del calcolo economico. Propugna anzi la tesi per la quale il mercato è costituito in gran parte da operatori sostanzialmente sprovveduti in preda alle proprie emozioni viscerali.

Scusandomi per la totale vaghezza dei riferimenti che farò, non posso esimermi dal raccontare il contenuto di un articolo comparso alcuni anni fa sul Sole 24 ore, di cui purtroppo non ho conservato il ritaglio.

In esso il patron di una importante società di gestione di fondi comuni spiegava come, pur avendo un loro prodotto azionario ottenuto sulla distanza di 10 anni un rendimento di tutto rispetto, ben oltre il 100%, corrispondente mi pare all’11% annuo, la maggior parte, oltre il 70%, di coloro che avevano detenuto il fondo durante quel periodo avevano chiuso la posizione in perdita.

In sostanza il fondo aveva goduto di grandi afflussi di denaro nei momenti di euforia dei mercati e di enormi deflussi nei momenti di depressione. Ovvero, pur essendo stato il gestore bravo a cavalcare i trend di mercato, ottenendo un buon risultato in un periodo accettabile di tempo, la larga maggioranza di coloro che avevano fatto per qualche tempo l’esperienza della sua gestione, ne erano usciti insoddisfatti.

Sembra proprio che Samuelson avesse ragione!

Anche Richard Thaler e Daniel Kahneman sono stati insigniti del premio Nobel, per i loro studi di psicologia comportamentale, applicata in particolare al mondo della finanza.

Costoro in sostanza hanno dato uno spessore all’aforisma del Maestro Samuelson, studiando i meccanismi che entrano in gioco nelle scelte e nelle decisioni degli esseri umani, e che sono essenzialmente istintuali e pre-razionali. Spesso anzi la razionalità entra in gioco per ammantare di logica scelte che sono mero frutto dell’istinto.

Senza entrare in particolari, soprattutto il lavoro di Kahneman ha individuato una serie di comportamenti euristici, che scattano nella mente umana in maniera pressoché automatica per fornire una soluzione rapida ad un problema impellente e che escludono il circuito della riflessione approfondita.

Questo spiega perchè, avendo io acquistato le quote di un fondo comune azionario e trovandomi di fronte ad un giorno di quelli… “… oggi a Piazza Affari BRUCIATI xxx miliardi di euro…”, la prima reazione sia quella di sbarazzarmi delle quote e tornare a vivere tranquillo nella mia caverna, dicendo a me stesso che le azioni non fanno per me, che … vuoi mettere la tranquillità di un BTP… ecc.

Poi il mercato riparte (lo fa sempre!) e io penso : però, vuoi vedere che era meglio rimanere investiti?

Si arriva ad un punto in cui c’è una vera e propria euforia (lo fa sempre!), al bar non si parla che di azioni, i grafici che mostrano in televisione si impennano verso il cielo e francamente comincio a sentirmi un idiota ad essere uscito da quel fondo azionario.

Maledizione, devo rientrare! le prospettive sembrano esaltanti, non posso perdere il treno stavolta!!! Ecco fatto! Stavolta sarà diverso! Ok, ora vado al bar e mi vanto della mia brillante operazione….

Buongiorno! Un macchiato, prego! Intanto in sottofondo, sento il telegiornale “ … oggi a Piazza Affari BRUCIATI xxx miliardi di euro…”

Esiste una soluzione per uscire da questa ruota da criceti?

Certo! E indovinate chi ce la fornisce: il nostro GURU Paul Samuelson:

INVESTIRE è un po’ come aspettare che la vernice asciughi o l’erba cresca. Se volete delle emozioni, prendete 800$ e andate a Las Vegas”

L’impiego dei propri risparmi è un impegno che comporta una pianificazione nel TEMPO, una programmazione razionale e deve essere fatto secondo le PROPRIE esigenze, non secondo il mutevole meteo dei mercati.

Da qui passa la linea che separa gli stupidi di Samuelson ( tutti lo siamo stati prima o poi) dagli investitori consapevoli.

 

Piccola bibliografia:

D. Kahneman “Pensieri lenti e veloci” Mondadori