Abbiamo già parlato di cosa significa avere 20 anni oggi in Italia. E sappiamo bene che gran parte della ricchezza mobiliare (soldi) e immobiliare (case ecc.) è nelle mani delle persone appartenenti alle fasce di età più avanzate.

Gli over 65 in Italia sono la fascia di popolazione più ricca e quella relativamente meno interessata a fenomeni di impoverimento (Sole24 ore 2/8/2020).

In particolare gli over 65 sono frequentemente possessori di case. Mediamente 69 ultra sessantacinquenni su 100 sono proprietari di un immobile o più. Spesso le risorse immobiliari sono sovradimensionate e ridondanti rispetto alle reali necessità dei proprietari. E assorbono, a causa di tasse e manutenzioni, una quota importante del reddito.

Per non parlare del fatto che le pensioni INPS più ricche, quelle calcolate con il sistema retributivo, sono erogate ai cittadini più anziani.

Appare d’altra parte evidente che i più giovani, e con loro i giovanissimi, i bambini di oggi, non potranno godere delle tutele pubbliche di uno Stato in grave difficoltà economica e saranno chiamati ad impegnarsi duramente per accaparrarsi le risorse necessarie a condurre una vita lavorativa soddisfacente ed avere una vecchiaia serena.

Credo sia utile quindi soffermarsi un attimo sulle possibilità che ci sono per nonni e genitori di venire incontro alle necessità che i propri nipoti e figli avranno nell’età adulta, alla luce dei rapidi ed epocali cambiamenti della società che si stanno accavallando negli ultimi anni.

1.Attenzione agli immobili!

Probabilmente il più importante sforzo che una persona matura è chiamata a fare oggi è quello di capire che l’immobile non è più una risorsa così preziosa da lasciare ai figli, come invece era un tempo. Le difficoltà di vendita, i costi di manutenzione e le tasse rischiano di intrappolare gli eredi in un immobilizzo di risorse inutile e fonte di preoccupazioni. Si immagini il caso in cui un giovane erede, per motivi di lavoro, sia costretto a spostarsi di frequente, o sia chiamato a cercare lontano da casa sviluppi di carriera e soddisfazioni.

Al netto di rarissimi casi (immobili di pregio in località selezionate), al momento della successione si ritroverebbe con un capitale immobilizzato e bisognoso di interventi di manutenzione in una località che, al di là di care memorie, ha poco da offrire.

Difficile, di conseguenza, immaginare di vendere, per giunta.

In caso di presenza di più eredi, inoltre, è molto difficile evitare che il lascito di immobili comporti liti e rancori tra i “beneficiati”.

a) in caso di assegnazione per via testamentaria si rischia che un immobile assegnato all’erede 1 abbia un valore diverso dall’immobile assegnato all’erede 2,  magari per la diversa posizione o lo stato di manutenzione.

b) In caso di divisione per quote in una successione senza testamento, è necessario che gli eredi siano perfettamente concordi sul destino (vendita o no, affitto o no, ecc.), sul valore, sulla distribuzione degli oneri, ecc.

Tutto sommato pensare di disfarsi degli immobili non necessari anche per lasciare un patrimonio il più possibile liquido agli eredi non è un’idea così bislacca, come si vede.

 

2.Testamento e donazioni

Se si ha un patrimonio che si auspica finisca per beneficiare dei discendenti, specie se comprende degli immobili, testamento e donazioni sono strumenti che il nostro ordinamento prevede per gestire per tempo la situazione e arginare i conflitti di cui sopra. Purtroppo questi atti di destinazione sono poco utilizzati in Italia, sempre per retaggi culturali di epoche passate e forse anche per motivi scaramantici.

Stessa cosa dicasi per lo strumento dell’Usufrutto con cessione della Nuda Proprietà.

Tutti questi strumenti avranno certamente grande sviluppo dal momento in cui, inevitabilmente, verrà modificata la tassazione sulle successioni.

 

3.Polizze assicurative-finanziarie

Questo strumento ha tra i suoi vantaggi quello di NON rientrare nell’Asse ereditario, quindi di non essere coinvolto nella successione,  e permette di designare sul contratto i beneficiari delle somme investite a prescindere dal rapporto di parentela tra lo stipulante-benefattore e i beneficiari stessi.  Questo quindi consente:

a) di inserire tra i beneficiari anche persone estranee all’asse ereditario.

b) di privilegiare un erede-beneficiario rispetto a un altro, magari per compensarlo di un minor valore percepito sotto forma di immobili, o perché più debole economicamente, o perché portatore di handicap.

c) essendo il meccanismo di riscossione del beneficio molto più snello della successione classica, permette agli eredi di avere velocemente delle risorse in mano, che possono servire ad affrontare le spese e le tasse che una successione comporta.

d) Il beneficio maturato inoltre è esente da tassazione per gli eredi. Se io investo 100 su una polizza e alla data del mio decesso ci sono 110, sulla plusvalenza di 10 i beneficiari NON pagano alcuna tassa.

 

4.Accumulare risorse per gli studi superiori.

Se se ne ha la possibilità, è buona norma cominciare ad accumulare risorse, magari con cadenza mensile e per piccole cifre, su un fondo destinato al finanziamento degli studi universitari e post laurea di un erede.

Se vi fossero dubbi sulla differenza che passa tra un laureato con master e un semplice diplomato nell’ottica della ricerca di un lavoro, rimando a questo efficace video della Gabanelli.

Il meccanismo del piano di accumulo è perfetto per questo scopo. Ne parlo qui.

 

5.Accumulare per la pensione dell’erede

Può sembrare strano, ma capita sempre più di frequente che genitori o nonni decidano di aprire un piano pensionistico per il o la figlio/a/-nipotino/a, perfino appena nati! I vantaggi? Presto detti:

a) nel caso dei genitori (per ora non per i nonni) il contributo rientra nel plafond di deduzione fiscale con tetto a 5.164 Euro annui.

b) I versamenti non dedotti (quelli ad esempio finanziati dai nonni al nipote), quando saranno riscossi dal titolare del fondo NON saranno tassati.

c) Dopo 8 anni dall’iscrizione al fondo pensione si può accedere alla possibilità di farsi anticipare delle cifre, anche senza motivazione (fino al 30% del capitale). Un ragazzino iscritto al fondo a 10 anni di età, quando ne ha 18, teoricamente può già prelevare dei soldi, magari per una spesa, per gli studi o per sposarsi!

d) per me il più importante: il vantaggio educativo! Quando avrà l’età per capire, il giovanotto/a apprezzerà lo sforzo fatto dai suoi avi per cominciare a costituirgli una pensione e sarà invogliato a continuare l’opera intrapresa dai genitori/ nonni, comprendendone l’importanza.

Mi permetto infine un consiglio ulteriore, un bonus…

Tenere la mente aperta

Evitiamo di imporre steccati all’evoluzione dei nostri figli. Consentiamo loro di seguire le proprie aspirazioni, senza sentirsi oppressi da ricatti morali più o meno velati. Molte volte mi è capitato di vedere utilizzato il patrimonio di famiglia come arma di sottile ricatto verso gli eredi per costringerli a fare o non fare delle scelte, magari nel tentativo, anche benevolo, di guidare il loro percorso verso una direzione ritenuta, dai genitori, più opportuna di altre.

Alla fine, comunque, per quanto possiamo fare per i nostri bambini e ragazzi, la maggior parte delle scelte e la maggior necessità di preparazione ed intelligenza saranno a carico loro.

Dopo aver preparato al meglio il patrimonio familiare per cercare di aiutarli, l’unica cosa che resta da fare  a noi è guardarli negli occhi e augurare loro BUONA FORTUNA!