I fondi e le polizze unit linked che prevedono lo stacco di una cedola sono stati, negli ultimi anni, una delle soluzioni più proposte dall’industria del risparmio gestito e della distribuzione di prodotti (banche e assicurazioni).

Il che è logico, dato che questi prodotti sono stati pensati per sostituire, nei portafogli dei clienti, le obbligazioni bancarie, cadute in disgrazia dopo i noti casi di abusi e fallimenti, e, prima ancora, i titoli di stato, le cui cedole periodiche erano, per il risparmiatore, l’unico motivo (con la nazionale di calcio) di attaccamento al Tricolore nazionale.

Quindi l’industria del risparmio non si è lasciata sfuggire l’occasione di rispondere con un largo sorriso all’unica domanda che le veniva posta dal risparmiatore nostalgico delle cedole generose, ovvero: QUANTO RENDE???????

La flessibilità degli strumenti di risparmio gestito (fondi, sicav e polizza) rende di fatto possibili le più mirabolanti soluzioni a questo quesito: il 2%, ma, che dico, il 4%, ma no, l’8%!

Quando si verificano queste situazioni, purtroppo, nella mente dei risparmiatori meno smaliziati non si accendono quegli allarmi che di solito dovrebbero proteggerli dalle trappole più scabrose, e solo pochi si fanno la seguente, banale, domanda:

MA SE I TASSI DI INTERESSE PRIVI DI RISCHIO SONO PROSSIMI(O PERFINO SOTTO) LO ZERO, COME FA QUESTO COSO A RENDERMI IL 4% ALL’ANNO? Cosa c’è dentro? Come funziona?

Vediamo rapidamente alcuni di questi strumenti e valutiamo quindi i pro e i contro:

Fondi a cedola

Ricadono in questa categoria dei normalissimi fondi comuni, o comparti di Sicav (stessa cosa), che distribuiscono con cadenza mensili, trimestrale, ecc. parte degli utili che ricavano dai titoli in portafoglio.

Questi utili, invece di andare a ingrossare il patrimonio del fondo, vengono elargiti al risparmiatore. Il gestore può scegliere titoli che abbiano un flusso di cedole tale da poter PROGRAMMARE un certo tipo di remunerazione, ad esempio il 3%.

Pro: Nel caso di persone anziane, o comunque per coloro che hanno bisogno di un’integrazione del reddito proveniente dal proprio patrimonio, la cedola, ad esempio, mensile, può rappresentare un valido aiuto per rimpolpare stipendio o pensione.

Contro: 1) Più alta è la cedola proposta, più alto è il rischio dei titoli in portafoglio, più probabili sono le oscillazioni del capitale. Questo deve essere chiaro! NON ESISTE RENDIMENTO SENZA RISCHIO!  Può capitare, ad esempio, dopo un anno di cedola al 4%, di avere una perdita del 10% sul capitale, perché parte del portafoglio è investito in titoli remunerativi ma rischiosi, come azioni o obbligazioni High Yeld, e magari i mercati relativi, durante questo periodo, sono andati male.

2)Dal punto di vista fiscale, specie in quest’ultimo caso, ovvero quando c’è una perdita in conto capitale, vi è una penalizzazione ulteriore, perché sulle cedole, anche di un fondo in perdita, si paga la ritenuta fiscale del caso (variabile dal 12,5% al 26%).

Per questi motivi dobbiamo essere molto selettivi e molto cauti ed utilizzare questi strumenti solo nei casi in cui siano importanti per dare un REALE sostegno al reddito.

 

le cedole

Fondi a cedola con scadenza

Questi fondi hanno avuto ampio successo in Italia negli ultimi 7/8 anni, tanto che i primi emessi stanno arrivando a scadenza in questi mesi. Si tratta di fondi il cui patrimonio viene investito nell’ottica di un rimborso a data certa di un capitale equivalente a quello di partenza, prevedendo però nel frattempo lo stacco di una cedola annua. E’ importante sottolineare che la protezione del capitale non è garantita, ma solo posta come obiettivo.

Pro: Dal punto di vista del marketing, sono quanto di più simile al titolo obbligazionario, però con le garanzie e la diversificazione del risparmio gestito.

Contro: Oltre a quelli indicati nel paragrafo precedente, un punto debole è certamente quello dei costi. Spesso infatti mi è capitato di vedere fondi a scadenza con gestore e portafoglio identici a fondi “normali”, ma gravati di una commissione di gestione molto più alta.

 

Polizze Unit Linked con cedola

Sono polizze con sottostanti, nella maggior parte dei casi, delle gestioni in fondi comuni e sicav. Spesso tra le opzioni di polizza c’è quella del cosiddetto “rimborso programmato” annuale o semestrale di una percentuale del patrimonio a scelta (tipicamente il 3 o il 5 %).

Non si tratta quindi di soldi accantonati appositamente, ma di un vero e proprio rimborso di parte del capitale a carattere ricorrente.

Fiscalmente le “cedole” sono trattate come rimborso del capitale, appunto, quindi se la polizza è in utile pagano proporzionalmente, se è in perdita non pagano tasse.

Pro: Ai plus della gestione diversificata si aggiungono anche i vantaggi che la legge italiana concede alle polizze vita, quindi impignorabilità e insequestrabilità  (molto ridimensionate da recenti sentenze della Cassazione) e il non essere inclusa nell’asse ereditario, nonché la libertà di nomina dei beneficiari.

Contro: 1) In genere sono strumenti particolarmente costosi e con qualche vincolo. Vanno perciò spiegati bene ed utilizzati nelle circostanze più appropriate. Non sono adatti a tutte le occasioni, anzi!

2) Come per i fondi, più alta è la cedola o il rimborso programmato richiesto, più alto è il rischio di andare sotto il capitale versato, quindi di “mangiarsi” il capitale sotto forma di cedola.

Esistono sul mercato, ed hanno ampia diffusione, anche altre forme di investimento che promettono flussi cedolari attraenti, come i certificati d’investimento. Magari ne parleremo.

L’importante è sempre ricordare che se un prodotto finanziario ha un rendimento più alto di quello dei titoli di stato, significa che per avere questo plus devo rinunciare a qualcosa.

Più rendimento (ammesso che ci sia) significa meno sicurezza (o meno liquidabilità o più costi o più vincoli, ecc.).

Chi sottoscrive un prodotto finanziario deve essere sempre ben conscio dei PRO e dei CONTRO del contratto che va a firmare.

Il rischio altrimenti è che i frutti del proprio risparmio diventino insopportabilmente amari!